Carissimi, il mio augurio di un buon e santo Natale vi giunge tramite una pagina tratta dall’omelia che il patriarca, cardinal Marco Cè, tenne proprio nel nostro Duomo nella notte di Natale del lontano 1995: spero di farvi cosa gradita, offrendovi parte di quella meditazione che, nonostante il passare del tempio, conserva intatta la sua bellezza e la sua attualità. A tutti voi, alle vostre famiglie, alla comunità parrocchiale e a quanti festeggiano con noi la nascita del Signore, Buon Natale!
Don Gianni
Il vangelo di Luca narra la nascita di un bambino. Mentre Maria e Giuseppe, provenienti da Nazareth, erano giunti a Betlemme a causa del censimento ordinato da Cesare Augusto, si compirono per Maria i giorni del parto. «Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2, 7-12).
Quel bambino, otto giorni dopo la nascita, sarà chiamato Gesù. Un mistero grande avvolge la sua nascita. Giuseppe è solo il suo custode giuridico: lo iscrive nella dinastia davidica e gli dà il nome. Di fatto Gesù è il Figlio di Dio, concepito per opera di Spirito Santo. Egli è il rivelatore di Dio, è il salvatore che Dio ci ha donato con assoluta gratuità e con sconvolgente imprevedibilità: Dio per salvarci ci ha donato il Figlio, che ha assunto personalmente la nostra umanità e si è fatto uno di noi. Ora l’umanità è abitata da Dio: ogni uomo, assolutamente ogni uomo –buono e non buono, di qualunque razza, religione ecc.- è abitato da Dio mediante il Figlio suo Gesù Cristo.
E questo avviene “oggi”: il Natale è un evento segnato da un tempo, databile e, di fatto, datato ai tempi di Cesare Augusto. Ma essendo un fatto di cui il protagonista, unico e totale, è Dio, il Natale è sempre oggi. Noi siamo ieri, oggi e domani. Dio è sempre oggi. Oggi quindi Dio, in Gesù, ci dona il Salvatore.
La celebrazione eucaristica è il gesto con cui Dio ci dona suo Figlio e in lui ci chiama a salvezza. Ci dice: «Ma tu vuoi?». Gesù da molti non è stato accolto, anzi è stato rifiutato. Ma a coloro che l’accolgono egli dona, col perdono totale dei peccati, la grazia di essere figli di Dio. Crediamo all’amore di Dio, al suo dono. Nella notte di Natale riacquistiamo la capacità di guardare con fiducia a noi stessi, perché Dio ci concede grazia e salvezza.
E uscendo di chiesa, sappiamo guardare con occhio nuovo ogni uomo, anche se è sconosciuto, anche se ha la pelle con colore diverso dalla nostra… Egli è nostro fratello, abitato da Dio come lo siamo noi.
“Signore, noi crediamo;
ma la nostra fede è povera:
aiuta tu la nostra incredulità”.
Marco card. Cé